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Agricoltura Sociale

 

Il binomio profit - NON profit

L’AGRICOLTURA SOCIALE è quell’attività che impiega le risorse dell’agricoltura per promuovere ed accompagnare azioni terapeutiche, di riabilitazione e inclusione sociale e lavorativa di persone svantaggiate o a rischio di esclusione sociale.
L’Azienda Agricola ha già potuto sperimentare questo tipo di percorsi, attivando una collaborazione con la Cooperativa Sociale “La Pietra d’Angolo” di San Miniato con il Progetto Exprit3, nell’anno 2012, rivolto a 8 soggetti svantaggiati disabili con la finalità della costituzione di una nuova Cooperativa Sociale Agricola; curandone la parte formativa e professionalizzante.
Attualmente L’Impresa Agricola sta collaborando sempre con la Cooperativa Sociale “La Pietra d’Angolo” attraversola realizzazione del Progetto PR.E.SO. (PRogeto di Economia SOciale) finanziato dalla Regione Toscana nell’ambito della misura PAR Mis. 6.3.11 Agricoltura Sociale.
Il progetto, della durata di due anni prevede l’inserimento nell’Azienda Agricola Iacopo Galliani di quattro soggetti con disagio psichiatrico per attuare un percorso di pre-formazione all’inserimento lavorativo; si prevede che almeno uno dei quattro soggetti individuati potrà essere assunto dall’Azienda stessa.
La diversificazione delle attività produttive, coltivazione ortaggi, allevamento di chiocciole, olivicoltura, la loro stagionalità, la diversità delle prestazioni professionali utili alle varia lavorazioni, rappresentano un contesto ideale per questo tipo d’inserimento. Il soggetto disabile percepisce la sua presenza in Azienda come un'assunzione di quel ruolo sociale che solo il lavoro può garantire, facendolo uscire dall’immagine assistenzialistica del malato senza alcuna possibilità di reinserimento sociale.

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Il Nostro Team

La mia attività agricola nasce all'interno della mia famiglia, e ancora oggi, che si è arricchita dell'impianto di elicicoltura, non può prescindere dal supporto dei miei familiari. In particolare non posso non ricordare il sostegno teorico e teorico/pratico di mia nonna, in merito all'olivicoltura e alla coltivazione di ortaggi. Ma una delle sfide che mi sono posto, progettando l'allevamento di lumache, è quella di aprire l'Azienda all'esperienza di Agricoltura Sociale, in modo da poter contare su una manodopera speciale1 Ad oggi ho potuto ospitare fino a 8 soggetti con disagio psichico ed intellettivo. Questi ragazzi e ragazze mi sono state segnalate dai Servizi Socio-Sanitari della zona e venivano seguiti per i loro problemi sociali da due Cooperative Sociali che operano qui vicino.2 La loro presenza in azienda può variare da due a cinque giorni alla settimana, con un orario lavorativo dalle tre alle cinque ore giornaliere. Per alcuni di loro si trattava di una prima esperienza lavorativa in assoluto, per altri invece il progetto aveva la finalità di riattivazione delle proprie competenze dopo un periodo di fermo dovuto al proprio stato di salute. Prima di porsi l'obiettivo di imparare il lavoro agricolo, questi inserimenti vogliono quindi educare, o rieducare, le persone con difficoltà al lavoro, ai suoi ritmi, alle sue regole, e il lavoro agricolo sembra essere particolarmente adatto a questo tipo di percorso. La diversificazione delle attività produttive, coltivazione ortaggi, allevamento cunicolo e chiocciole, la loro stagionalità, la diversità delle prestazioni professionali utili alle varia lavorazioni, rappresentano un contesto ideale per questo tipo d’inserimento. Il soggetto disabile percepisce la sua presenza in Azienda come un assunzione di quel ruolo sociale che solo il lavoro può garantire, facendolo uscire dall’immagine assistenzialistica del malato senza alcuna possibilità di reinserimento sociale.